Visioni borderlines e profetiche, quelle raccontate da Sergio “Alan” Altieri in occasione del seminario Altrimondi (Torino, 13 aprile 2013). L’incontro con lo scrittore è stato più di un semplice workshop: una seduta collettiva di psicanalisi della società ritengo che sia la definizione più vicina a ciò che ho vissuto, guardato, assimilato. Le parole del magister si sono rivelate roventi, come zampilli vulcanici che scavano nelle menti. Le penne di Francesco Mattina hanno accompagnato il Corridore delle Tenebre nella sua ricerca di luce, disegnandone il cammino e avvolgendone i pensieri. Mostrandoci infine uno squarcio, specchio e sudario di Noi.
Il principio di tutto fu il buio: Juggernaut, una forza inarrestabile in grado di abbattere qualsiasi ostacolo. Gli immensi tsunami ne sono l’esempio più lampante, vivide manifestazioni delle furia di Madre Terra. Pandemie e guerre; stesse strade lastricate di cadaveri, spesso intrecciate in una sola e fatiscente ecatombe, lasciata a concimare la Storia fino al prossimo step dell’apocalisse. Morte Nera, Influenza Spagnola, AIDS: tanti nomi, un solo male. Ridondante e invalicabile.
Hell awaits.
Ma il vero juggernaut, come ci insegna Altieri, è l’entropia, lo stato di disordine dei sistemi complessi. Questo non può che avanzare implacabile e vorace, alimentandosi col progredire del tempo.Cataclismi, epidemie, economia, guerre, politica, nient’altro che molecole di follia di un mondo in attesa della disgregazione. Ciclica oscurità di puro caos eruttivo, liquido e sottocutaneo. Un fiume di napalm che scorre tra le fronde della civiltà e la cecità delle coscienze.
Nell’ estratto preso dal suo prossimo libro Juggernaut, in uscita entro fine maggio, Altieri delinea chirurgicamente una società climax della decadenza, cocktail micidiale di distrofia geopolitica, ceneri ambientali e viscere di ciò che resta dell’umanità. Una razza ormai erosa dalla implosione delle sue fondamenta, avvilita e avvizzita. Estinta, per quanto si sforzi di esistere. Noi, necros, popolo di morti nel sommo suicidio universale.
Se William Gibson affermava che la fantascienza parla sempre del presente, del momento in cui è stata scritta, lo scrittore meneghino ci mostra un futuro proiettato con le tenebre di oggi. La prosa di Altieri è il bisturi per l’autopsia del tempo; procede preciso, attento, sonda ogni lembo, muscolo, organo, fino all’inevitabile. Ora del decesso: ventunesimo secolo.
Del resto la realtà non è forse la distopia di autori che nelle loro opere ci mostrano i frammenti di una terra inospitale, corrotta nelle sue interazioni e avvinghiata tra le spire di un potere genocida? Se i totalitarismi hanno scatenato lo strappo dell’utopia, con la rottura della speranza che permeava la narrativa nella prima metà del secolo, ora la democrazia si ritrova ad essere un altro meccanismo inceppato del sistema, “una barzelletta” sulla bocca di tutti. Forse un semplice specchietto per le allodole, la patina che copre il ventre infetto della Bestia. Dove la crisi economica gioca a ping-pong con i testicoli della “non politica del nulla”. Dove la democrazia ci riversa addosso tutto e il contrario di tutto. Ma quando questo ideale diventa un tramonto di smog, sospeso e intangibile, la fiction esige una tabula rasa, come se una coscienza collettiva ribollente trovasse voce in parole provenienti da Altrimondi. Escapismo e componente liberatoria, le ultime preghiere di redenzione.
Oggi più che mai necessarie, all’avvento del fatidico Game Over.
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Grazie!
ci sono informazioni precise sull’uscita ?(data, prezzo, uscita in formato elettronico…)
Guarda, la data precisa rimane ancora un mistero, al workshop è stato piuttosto vago in merito. Il prezzo, i principali rivenditori online lo danno mediamente sui 12 euro, Per il formato elettronico, non ti so dire, non ne ha accennato.
speriamo, sennò a cosa serve il kindle ? :)